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Diamo il benvenuto a Roberto, gradito recensore ospite, che ha deciso di condividere con noi parte della sua sconfinata conoscenza del mondo delle serie Tv. Buona Lettura!
Puntate viste: s01e01-10
Come la vede Roberto
Una delle tantissime serie affossate prematuramente dalle severe leggi dell'audience d'Oltreoceano, The Cape è una passabile serie super-eroistica, venata di una malinconica vena pulp-noir, che cerca di rinverdire i fasti degli eroi in costume, mai particolarmente brillanti in TV e ora di gran moda al cinema.
E' la storia di Vince Faraday (pessimo nome per un super-eroe, visto che non tiene conto della regola del nome e cognome con la stessa iniziale, tipica dei personaggi Marvel – come amabilmente sottolineato da Raji Kothrappali in Big Bang Theory, e soprattutto più adatto al frontman di una glam rock band anni Ottanta che non al protagonista di un serial) un serio tutore della legge della fantomatica Palm City, sul punto di essere governata dalla ARK Corporation, il sistema di sicurezza diretto dal potentissimo uomo d'affari Peter Fleming (omonimo dello storico compagno di doppio di John McEnroe, pensa te!), lui stesso un super-criminale, quando gli gira di farlo, con il nome di battaglia Chess, che non esita a incastrare il nostro eroe e a tentare di eliminarlo nella devastante esplosione di una cisterna di carburante. Creduto morto da tutti (compresa la famiglia, formata dalla giovane moglie avvocato in carriera e dal figlioletto appassionato di fumetti, il cui eroe è, per l'appunto, The Cape), l'uomo viene soccorso dal proprietario di uno strano circo, Max Malini (l'ottimo Keith David, noto ai fan come unico sopravvissuto insieme a Mcready/Russell nell'adrenalinico finale de La Cosa di Carpenter), che gli insegna i suoi segreti e gli dona un mantello speciale, dotato di poteri straordinari (ma neppure poi tanto, a dire il vero).
Da quel punto in avanti, puntata dopo puntata, il nostro eroe cercherà di contrastare in ogni modo la sua nemesi, giunta al potere, convivendo con i mascalzoni del circo (che è in realtà la copertura per una banda di rapinatori di banche) ed entrando in contatto con la giovane Orwell (la Summer Glau di Firefly e un manipolo di altre serie per appassionati di fantastico), hacker provetta, che intende smascherare le malefatte di Fleming e del suo entourage.
Purtroppo, la chiusura prematura della serie, ha costretto gli sceneggiatori a salti mortali e incongruenze nella conclusione forzata (uscita direttamente sul web), che lascia aperte numerose porte e finestre e una sequenza infinita di punti interrogativi.
Per quanto assolutamente derivativa e priva di innovazioni (le filiazioni, più o meno conosciute, sono molteplici, a partire dal Batman fumettistico originale, passando attraverso pellicole come Darkman, etc. etc.), con una pletora di personaggi stereotipi (l'amico Giuda che si redime in punto di morte, la moglie novella Penelope bramata dal "procio" di turno - absit iniuria verbo - , il piccolo simil Telemaco... va bene, d'accordo, non è l'Odissea, ma gran parte dei topoi delle trame e dei personaggi derivano tutte da Omero o dalla tragedia greca, giusto?) e un budget non in grado di competere con le mega-produzioni "tette, culi e computer grafica" che imperano in questo periodo (e che i miei colleghi recensori non si sono peritati di censire, appunto, in questa sede), The Cape non è una cattiva serie e vista con lo spirito giusto (ovvero quella di quaranta minuti di immersione retrò nelle atmosfere pulp modernizzate) può risultare perfino godibile.
Certamente, c'è e c'è stato di peggio nel pur ristretto universo televisivo di provenienza fumettistica. Penso per esempio a un'altra serie inedita in Italia, quella Black Scorpion, prodotta dal Mida dei B-movies Roger Corman, che è comunque quantomeno durata un'intera stagione da oltre venti episodi e due film per la tv – quelli sì, visti nel nostro Paese, grazie anche alla presenza come protagonista della bellissima mezzosangue Cherookee Joan Severance, il cui topless da urlo turba Gene Wilder e non pochi spettatori in una scena culto di Non guardarmi, non ti sento, poi sostituita nella serie regolare dalla più insignificante Michelle Lintell– notevoli soltanto per aver dato lavoro da attrice (ma dai!) a uno stuolo di ex-playmates (non diversamente da quanto fatto a suo tempo da Baywatch o dagli action movies "tits & asses" dei Sidaris) e al vecchio sergente Getraer di Chips!!!
Giudizio Sintetico&Ponderato: Gradito Passatempo