Sito Ufficiale
Puntate viste: s01e01-e08 (tutte)
Come la vede Roberto
Volete un mystery intrigante, conturbante, rutilante, trascinante e, alla fine, urticante (nel senso che procura un fortissimo urto di nervi e la voglia di buttare nudi fra le ortiche gli sceneggiatori)?
Siete nostalgici di Twin Peaks?
Vi piacciano le ambientazioni rurali e boschive?
Bene, allora questa è la serie che fa per voi: Happy Town (sorridete e siate felici, prego, cittadini!).
Nata probabilmente come serie estiva da 13 episodi, ma cancellata alla sesta, ha avuto gli ultimi due episodi aggiunti solo per il pubblico del web, per cercare di dare un finale dignitoso a una serie che sembra una mia avventura da gioco di ruolo: ovvero, sontuosa premessa, miliardi di possibili sottotrame, cliffhanging mantenuto abilmente fra una puntata e l'altra, citazioni a iosa, ma un finale assolutamente raffazzonato, di quelli dove i giocatori minimo ti prendono a colpi di dado in faccia, e con più punti interrogativi di quanti (e credetemi sono parecchi) l'intera serie aveva posto nelle prime sette puntate.
La trama ruota attorno alle vicende di un piccolo e ridente paesino dei boschi del Minnesota (ma gli esterni sono girati per lo più nel vicino stato dell'Ontario – se non ci fosse stato il Canada e i suoi set meno costosi, ci saremmo persi il 70% delle serie televisive americane per questioni di mero budget), dove negli anni precedenti diverse persone (ragazze, donne, bambine, anziani, di tutto, insomma) sono sparite senza lasciare traccia, rapite dal fantomatico "Magic Man". L'improvviso cruento omicidio del guardone del luogo (operato tramite conficcamento di bullone da binario in mezzo alla fronte!) mette nuovamente in apprensione lo sceriffo del luogo, che, per non sapere né leggere, né scrivere, decide di punto in bianco di impazzire, chiudersi nell'ufficio e cercare il suicidio amputandosi la mano sinistra... ditemi se non vi sembra un inizio meritevole di visione, eh?
Aiutati da un cast piacevole, con un gigionesco Sam Neill nel mefistofelico ruolo di un venditore di cimeli del cinema muto (in un paesino di cento abitanti scarsi nel Minnesota???? Altra idea grandiosa e citazione se vogliamo dal pessimo Cose Preziose), una sorta di sosia della Jovovich (senza gli zombie di Resident Evil, però) nel ruolo di una misteriosa ragazza in cerca di un misterioso oggetto, all'interno di un pensionato abitato dalle allegre comari di Haplin (nome del paesino), simpatiche e arrapate vecchiette in brodo di giuggiole per l'unico ospite maschio della locanda, il suddetto Sam Neill, per non parlare poi di un'allegra combriccola di fratelli redneck, cinque in tutto, uno bellissimo, quasi un modello, gli altri 4 usciti dal profondo del Texas di Non Aprite Quella Porta, uno più scemo e delirante dell'altro. Insomma, premesse e svolgimento grandiosi, situazioni che passano dal truculento al tongue in cheek, in perfetto stile Dead like me incontra Criminal Minds, una sottesa arietta soprannaturale che sbeffeggia Twin Peaks –da me mai particolarmente amato, per gli eccessi psichedelici di Lynch – fin dal collocare il suo paesello di Haplin a poche decine di miglia dalle "twin cities" Minneapolis e St Paul, ma soprattutto con un altro federale fuori di testa che fa il paio con il Kyle McChlaclan dell'originale.
Potrei parlarvi di questa serie per ore, tanto è piaciuta a me e alla consorte, ma purtroppo, le necessità di dare un finale in fretta e furia per il taglio dichiarato dall'implacabile legge dell'audience (terribili forche caudine sotto le quali sono passate fior di serie, a partire da Firefly, tanto per fare un esempio) hanno bruscamente sminuito il valore del tutto, con un finale raccapricciante e irritante (e siamo a 7 attributi in "ante", non male), calato dall'alto come il peggiore dei deus ex machina (ma forse meglio che non il finale di Flashforward – altra serie di cui parlerò in futuro, forse), e del tutto non risolutivo, anzi. Resta comunque un telefilm da vedere, da godere nei dettagli (magari in originale per cogliere meglio alcune battute e citazioni – del tutto fuorviate dalla traduzione italiana, fin dai titoli dei singoli episodi – cito solo uno e smetto: l'ultimo episodio, che richiama il classico del western Un dollaro d'onore, e tutti i successivi cloni, in particolare qui il meraviglioso Distretto 13 le brigate della morte di Carpenter, si intitola appunto "Blame it on Rio Bravo", mentre i buontemponi dei traduttori italiani lo hanno intitolato "Coccodrilli al ballo"....), magari da rivedere ancora per capire cosa ci sia sfuggito alla prima visione.
Valutazione puntate da 1 a 8 tranne il finale
Giudizio Sintetico&Ponderato: Epic
Valutazione obiettiva dopo il finale
Valutazione obiettiva dopo il finale
Giudizio Sintetico&Ponderato: Caruccio